lunedì 17 ottobre 2016

Recensione di: "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore" di Luis Sepulveda - La verginità dell'Amazzonia e la barbarie umana

Quando ho deciso di approfondire questo autore, che conoscevo soltanto per aver letto "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare", approcciandomi a questo suo primo vero successo internazionale, pensavo di ritrovarmi immersa in un romanzo romantico e sentimentale.

Ma no. Il titolo è fallace.

Lungi dall'essere tenero e sdolcinato, questo di Luis Sepulveda è un romanzo appassionante che parla sì d'amore, ma di un amore diverso da quello evocato nel titolo. E' l'amore per l'Amazzonia e per il popolo degli Shuar che l'autore descrive e ci fa conoscere magnificamente attraverso l'esperienza di vita del protagonista del romanzo.

Antonio Josè Bolivar è un uomo che non ha avuto una vita molto felice: appena tredicenne si fidanza con una ragazza il cui nome, Dolores Encarnaciòn, è già profetico del triste destino che le verrà riservato. Poco tempo dopo i due giovani si sposano, ma per sfuggire alle chiacchere malevole dei compaesani che li deridono a causa di un problema di infertilità, si vedono costretti a trasferirsi a El Idillio.

Il loro matrimonio ha purtroppo vita breve perchè Dolores contrae la malaria e dopo soli due anni muore.  Antonio Josè sfugge al dolore ed alle lacrime andando a vivere nella foresta insieme al popolo Shuar, imparando da loro a sentirsi parte della foresta, a pensare e ad agire in simbiosi con piante e animali. Ma quando Antonio per vendetta viòla le leggi del popolo Shuar, viene costretto dagli stessi ad abbandonare la foresta ed a ritornare a El Idilio. Ed è nella solitudine del villaggio che trascorre il suo tempo leggendo e rileggendo alcuni romanzi d'amore che un amico dentista gli consegna ogni volta che arriva al villaggio.

L'incontro con la lettura è per Antonio una sorta di rievocazione dell'amore vissuto con Dolores ed una specie di esperienza postuma di ciò che avrebbe potuto vivere con lei, se solo il tempo glielo avesse concesso. E' fonte emozioni e di turbamento per la passione che non ha mai vissuto. 

Il vero tema centrale e spunto di riflessione del romanzo tuttavia, lo troviamo quando El Idilio viene messa in pericolo dall'attacco di una femmina di Tigrillo (ho dovuto documentarmi per scoprire che si tratta di un piccolo felide conosciuto anche come gatto tigre) che si ribella contro coloro che le hanno ucciso il maschio ed i cuccioli per procurarsi le loro pelli. Così semina terrore e morte intorno a sè.

Come a dire che la natura, violata e oltraggiata ferocemente, altrettanto ferocemente risponde e per quanto violenta e sanguinaria possa essere la reazione, cela in sè una nobiltà ed una fierezza che l'uomo cosiddetto civilizzato non può vantare. 

L'unica persona in grado di riportare tranquillità al villaggio minacciato dalla furia del tigrillo e di ristabilire gli equilibri tra l'uomo e la natura sembra essere soltanto Antonio Josè che, partito inizialmente per una spedizione di caccia insieme ad altri uomini che disprezza per il ruolo che rappresentano, come il sindaco ciccione e sudaticcio ed i cacciatori di pelli, la porterà a termine poi da solo.

Con parole semplici e dirette che vanno dritte al cuore Luis Sepulveda ci spiega molto bene la vergogna e l'indignazione che prova verso tutti coloro che corrompono la verginità dell'Amazzonia ed in generale verso la barbarie umana.

Io l'ho assaporato a poco a poco, consapevole che un breve romanzo come questo sarebbe terminato troppo presto.

Buona Lettura!

{Il vecchio che leggeva romanzi d'amore, Luis Sepulveda, Editore Guanda, Pagine 140}

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