giovedì 20 ottobre 2016

I 10 libri che...sono i migliori di tutti i tempi

Siamo al 20 del mese e come sempre siamo arrivati all'appuntamento con la rubrica "I 10 libri che..."

Questo mese la scelta è ricaduta sulla lista dei migliori libri di tutti i tempi.

Nel 2007 è stata condotta un'indagine su centoventicinque autori britannici e americani ai quali è stato chiesto quali fossero i loro libri preferiti. Il risultato di tale indagine è diventato in seguito un libro intitolato "The Top Ten:Writers pick their favourite books".

A questa analisi hanno partecipato autori del calibro di Norman Mayer, Jonathan Franzen, Stephen King e David Foster Wallace.

Vediamo insieme la classifica che hanno stilato e che si riferisce alle opere migliori del XX secolo:

- Lolita di Vladimir Nabokov
- Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald
- Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust
- Ulisse di James Joyce
- Gente di Dublino di James Joyce
- Cent'anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez
- L'urlo e il furore di William Faulkner
- Gita al faro di Virginia Woolf
- Tutti i racconti di Flannery O'Connor
- Fuoco pallido di Vladimir Nabokov

Di Cent'anni di solitudine ho già parlato nel precedente post di questa rubrica, ma per quanto riguarda questa classifica vorrei soffermarmi a parlare dell'opera di Francis Scott Fitzgerald: "Il Grande Gatsby".

Ho letto per la prima volta questo romanzo all'età di vent'anni e ne sono rimasta affascinata.

Sulle prime pensavo che fosse per l'ambientazione ed il contesto storico: siamo nel 1922 a Long Island, all'interno della villa di Jay Gatsby, un ambiguo personaggio arricchitosi grazie ai traffici illegali connessi al proibizionismo. Il luogo è sfarzoso di giorno e fantasmagorico di notte, quando le feste ed i party che animano la villa sono tutti uno scoppiettio di luci e di colori, balli al ritmo di charleston e fox trot, musica e cocktail in piscina.

Poi, ad una seconda e più attenta rilettura, avvenuta in anni successivi, ho realizzato qual era la vera ragione per cui il romanzo mi aveva così ammaliato: prima ancora che il sogno americano, Jay Gatsby incarna il sogno dell'uomo, il sogno di conquista della donna che ama e poco importa se poi quest'uomo subisce la sorte ingloriosa di chi non ce la fa.

Gatsby, di origini molto umili, si innamora di una ragazza bellissima ma di estrazione sociale decisamente diversa dalla sua, essendo Daisy, questo è il nome della giovane, un'affascinante ereditiera. Daisy lo ricambia ma, stanca di aspettarlo dal ritorno dalla guerra, decide di sposare Tom Buchanan un giovane ricco come lei che per conquistarla le regala una collana di perle del valore di seimila dollari.
Gatsby sa che per riavere Daisy dovrà ottenere lo stesso successo economico di Tom e, pur con mezzi molto poco leciti, si arricchisce.

Acquista una villa lussuosissima proprio di fronte alla residenza di Daisy e ricomincia a corteggiarla.
Per lei Gatsby è pronto a tutto, persino ad assumersi la responsabilità di un incidente provocato da Daisy, in cui una giovane donna perde la vita.

La conquista sociale di Gatsby non è quindi legata ad un effimero sogno di gloria personale, ma strettamente connessa alla conquista del cuore di Daisy. E' il cuore della bellissima Daisy che Gatsby vuole. E non è forse questo il sogno di ogni uomo?

E' stato il semplice e romantico sogno d'amore che mi ha conquistata: perchè a vent'anni sapevo poche cose della vita ma anch'io indubbiamente custodivo nel cuore il mio personalissimo sogno romantico, proprio come Gatsby.

Un capolavoro la cui lettura è imprescindibile.

Buona Lettura!

{Il Grande Gatsby, F. Scott Fitzgerlad, Edizioni Mondadori, Pagine 272}

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