giovedì 13 aprile 2017

Recensione: "L'amante giapponese" - Un amore proibito

Ma quante sfumature d'amore pensiamo di conoscere?

Tante. Banalizzando, potremmo dire di aver sperimentato, più o meno tutti nella vita, l'amore materno e fraterno perchè tutti abbiamo avuto una famiglia; l'amore passionale e carnale perchè tutti ci siamo presto o tardi innamorati; l'amore sincero di un'amicizia perchè tutti abbiamo sperimentato un affetto o una dedizione particolare nei confronti di una persona cara.

Ma accanto a queste espressioni d'amore ci sono altre gradazioni, meno scontate e più spirituali, ma che la Allende ci presenta con grande chiarezza in questo romanzo: c'è l'amore per se stessi e per il proprio lavoro, ad esempio, così come c'è l'amore altruistico e compassionevole, che non si aspetta nulla in cambio ed infine quello platonico.

Ecco...tutte queste espressioni d'amore sono il fulcro attorno al quale ruota tutto il romanzo di Isabel Allende, intenso e ricco di personaggi che, come sempre, questa grande autrice riesce a caratterizzare molto bene.

La storia è quella che si definisce una saga familiare: la protagonista è Alma Belasco, un'affascinante ottantenne che trascorre gli ultimi anni della sua vita in una residenza per anziani a San Francisco.
In questa struttura conosce Irina, una giovane infermiera moldava a cui Alma chiede di fare da segretaria per riordinare le sue memorie. Ad aiutare le due donne c'è il nipote Seth Belasco che ben presto si innamora di Irina.



Ai due giovani Alma racconterà la sua vita: l'arrivo in California in tenera età ed il successivo incontro con coloro che diventeranno gli uomini più importanti della sua vita: Nathaniel Belasco e Ichimei Fukuda.

Quest'ultimo è il figlio del giardiniere che lavora nella dimora dei Belasco - e qui non rivelo niente che già non si sappia, dato il titolo del romanzo - che diventerà per Alma l'amore proibito perché è un amore che nasce tra due persone appartenenti a razze differenti in un contesto storico ben preciso, considerato che gli anni sono quelli della Seconda Guerra Mondiale.

In seguito all'attacco a Pear Harbour Ichimei e la sua famiglia vengono deportati nei campi di concentramento destinati agli appartenenti alla razza nipponica.(è un aspetto particolare, questo all'interno del romanzo, perché ci parla di un evento storico di cui non si sa quasi niente ma che viene trattato con grande cura dall'autrice).

L'amore tra Alma e Ichimei si consuma per anni nell'ombra ed anche quando le loro vite si separano e prendono direzioni differenti, quel sentimento così unico e forte non li abbandonerà mai. Cambierà forma, tempi e modi, ma non si esaurirà mai.

Il romanzo che alterna due piani temporali - passato e presente - risulta molto scorrevole ed anche, a tratti, incalzante. Per questo l'ho trovato piacevole e bello, ma non bellissimo.

Qualcosa è mancato: ho pensato a lungo a questo qualcosa e sono arrivata alla conclusione che è mancata la magia.
Mi spiego: ho faticato a percepire come magico questo amore che è sì impossibile - e per questo tormentato - ma non è magico. O quanto meno, io non l'ho percepito come tale. E poi è mancato l'elemento magico, che tanto ha reso famosa questa scrittrice, che è solo vagamente accennato nelle ultime pagine della storia.

Ciò nonostante è un romanzo intenso, ricco di riferimenti storici e pregevole per lo sguardo tenero che dà al mondo degli anziani. Per questo merita di essere letto, senza indugi.

Buona Lettura!

{L'amante Giapponese, Isabel Allende, Feltrinelli, Pagine 281}

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