C'è un'immagine che da sola vale tutto il libro.
E' quella di un uomo che ha fatto dello studio dei limiti la sua professione (e detta così sembrerebbe anche una professione seria, ma stiamo parlando di un personaggio uscito dalla penna di Baricco e quindi non può essere altro che un bizzarro, un sognatore).
Il suo nome è Bartelboom - Professor Bartelboom - ed approda alla locanda Almayer, luogo attorno al quale gira l'intero romanzo, per studiare il mare; più precisamente studia il punto dove si ferma l'onda perchè - dice - è lì che finisce il mare. Ed al termine delle sue giornate scrive una lettera ad una donna di cui non conosce nome nè indirizzo perchè...
"Quasi ogni giorno, ormai da anni, prende la penna in mano e le scrive. Non ha nomi e non ha indirizzi da mettere sulle buste: ma ha una vita da raccontare. E a chi se non a lei? Lui pensa che sarà bello quando si incontreranno, posarle sul grembo una scatola di mogano piena di lettere e dirle: ti aspettavo.
Lei aprirà la scatola e lentamente quando vorrà, leggerà le lettere una ad una e risalendo un chilometrico filo di inchiostro blu si prenderà gli anni - i giorni, gli istanti - che quell'uomo, prima ancora di conoscerla, già le aveva regalato.
O forse, più semplicemente, capovolgerà la scatola e attonita davanti a quella buffa nevicata di lettere, sorriderà dicendo a quell'uomo: Tu sei matto. E per sempre lo amerà".
Ora, non dirò molto altro su questo libro perchè è pura poesia.
Non dirò quanto ho amato la descrizione del naufragio della Fregata Alliance vista con gli occhi del dottor Savigny prima e con quelli di Thomas poi.
Non dirò quanto mi è piaciuta la lettera scritta da Ann Deverià al suo amato Andrè. Non dirò nulla dei silenzi e delle paure di Elisewin.
"Lei non possedeva propriamente un animo sensibile ma, per dirla con termini esatti, era posseduta da una sensibilità d'animo incontrollabile."
Dirò soltanto che in assenza di un vero intreccio narrativo, l'unico filo conduttore che tiene uniti i personaggi è il mare che può essere portatore di vita o di morte, benevolo o assassino, terapeutico o crudele.
Dirò che ho amato i giochi di parole, lo stile narrativo e l'esercizio mentale che Baricco mi costringe a fare ogni volta che leggo qualche sua opera.
Da qualche parte ho letto che c'è chi lo critica perchè per lui è più importante come si racconta piuttosto che cosa si racconta, ma io non condivido assolutamente. Ha uno stile unico, certamente non facile da seguire, ma sicuramente inimitabile.
Si è capito che mi è piaciuto?
Buona lettura!
{Oceano mare, Alessandro Baricco, Edizione Feltrinelli, 112 pagine}
Ho letto questo romanzo l'anno scorso e sinceramente non mi è molto piaciuto, ho fatto anche parecchia fatica a comprenderlo. Di suo ho preferito Novecento, anche se nel complesso non è un autore che amo particolarmente, trovo complesso il suo stile basato su troppe analogie...
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