sabato 17 settembre 2016

Recensione di: "Io prima di te" di Jojo Moyes - Eutanasia di un amore

Io prima di te è uno di quei libri la cui lettura sembra imprescindibile, tale è stato il successo che ha ottenuto nelle vendite. Ne è stato tratto anche un film, in programmazione proprio in questi giorni.

 E' un bel libro che accosta al tema della disabilità quello dell'amore e dell'eutanasia.

Will è un uomo di trentacinque anni, a cui la vita ha regalato tutto. Bello, atletico, ricco, una carriera appagante, fidanzata bella come una top model. Tutto sembra riuscirgli perfettamente; dalla chiusura di contratti in trattative difficili, agli sport estremi.
Insomma, Will è una Ferrari Testarossa, neanche un granellino di polvere su una carrozzeria rosso fiammante tirata a lucido. Purtroppo però, su questo schianto di fuoriserie si abbatte all'improvviso un unico grande macigno che andrà a distruggere completamente ed irrimediabilmente il vano motore.

Vittima di uno sfortunato incidente, Will rimane tetraplegico e condannato a vivere una vita dipendente dal resto del mondo. Niente più fidanzata, niente più sesso, niente sport estremi nè lavoro. La sua vita è scandita ora solo da fisioterapia, farmaci, un po' di musica, qualche film o libro, il tutto rinchiuso nella dependance della dimora di famiglia nella periferia di Londra, così lontana dalla sua city. Quello che rimane è solo una carrozzeria ammaccata.

Il destino di Will incrocia per una serie di eventi quello di Lou, una ragazza di ventisei anni che trascorre la sua vita come se di anni ne avesse invece sessantasei, divisa tra il lavoro e la casa, in costante conflitto con la sorella considerata il cervellone di famiglia.

L'amore, quello vero, quello che a quell'età ti dovrebbe togliere il fiato e far palpitare il cuore sognando una vita di coppia, è costituito invece da un debole e spento rapporto con Patrick, un giovane imprenditore che mette l'atletica e non Lou al centro della sua vita, tutta incentrata su sessioni di allenamento sfiancanti e diete folli.
Insomma, Lou vive una vita piatta e noiosa che sicuramente non merita.

L'incontro con Will cambierà tutto questo.

Assunta dalla madre di Will per accudirlo durante la sua assenza, Lou vive con lui inizialmente un rapporto teso, quasi imbarazzante. Ma Lou è dotata di una bella parlantina, di buona costanza ed è vivace, tutti elementi che un pochino ogni giorno riusciranno a sciogliere quel muro di ostilità tirato su da Will.

La svolta nella storia, sin qui abbastanza prevedibile, si ha quando Lou sente casualmente la conversazione tra la madre e la sorella di Will, che sedute in salotto discutono della decisione -incontestabile ed irrevocabile - presa da Will di recarsi in Svizzera di lì a sei mesi, in una clinica famosa per fornire la morte assistita.

Lou non ha dubbi su ciò che dovrà fare nei successivi sei mesi: cercare di convincere Will che, nonostante la sedia, il dolore fisico e le sue condizioni, la vita può continuare. Sarà bello scoprire come cadono tutte le barriere tra i due, gli stratagemmi escogitati per convincere Will ad uscire di casa, i fallimenti e le conquiste. Ce la mette davvero tutta Lou e questa sfida all'ultimo minuto la costringerà ad uscire dal suo guscio, a sperimentare cose sempre nuove, a mettersi in gioco per prima per poter convincere Will a fare altrettanto.
"Tutto questo mi dimostrava che poteva funzionare. Will poteva essere felice, se era circondato dalle persone giuste, se gli veniva concesso di essere se stesso, invece dell'uomo in carrozzella, nient'altro che una serie di sintomi, oggetto di pietà"
Ecco, Lou diventerà per Will il suo motore, o meglio l'ingegnere illuminato che riparerà in parte quel motore spento ormai da mesi. Tra i due nasce un sentimento lieve, fatto di sguardi e di parole e paradossalmente sarà proprio questo amore, inaspettato e insperabile che farà prendere a Will la sua decisione definitiva.

Quale, la dovrete scoprire voi.

Di mio, posso dire che ho apprezzato la storia, l'evoluzione del rapporto ed il sarcasmo dei toni usati tra i due protagonisti che, per analogia dell'argomento trattato ho accomunato ai protagonisti di un film francese passato sugli schermi qualche anno fa - Quasi amici - (se vi capita, guardatelo perchè è molto bello).

Tuttavia, devo dire anche un no forte e chiaro.

Il mio no, deciso, va alle figure genitoriali, remissive e concilianti su un argomento come l'eutanasia che dovrebbe far gridare a squarciagola: "non lo permetterò mai". Io sono madre; ho dato la vita a tra splendidi ragazzi e non riesco, neanche volendo, ad immaginare come si possa permettere la coesistenza di una contraddizione così forte tra il generare la vita e procurare intenzionalmente la morte. Non sono a favore dell'eutanasia e difendo la sacralità della vita che riserva sempre, l'esempio di Will ce lo dice, la bellezza dell'essere vissuta anche quando le cose non sono semplici.
Estrapolerei un paio di frasi da una lettera di Will a Lou per farne un mantra: 
"Vivi bene. Semplicemente, vivi".
Buona Lettura!

{Io prima di te, Jojo Moyes, Edizione Mondadori, Pagine 396} 

0 commenti:

Posta un commento

Powered by Blogger.