giovedì 25 agosto 2016

Recensione di: "Castelli di Rabbia" di Alessandro Baricco - I sogni son desideri

Castelli di Rabbia è il primo vero successo letterario di Alessandro Baricco ed è un romanzo che parla di amore e sogni di gloria.

Quinnipack è un meraviglioso paesino collocato probabilmente in qualche meandro della testa dell'autore ed è popolato da personaggi meravigliosamente unici dove un giorno, inaspettatamente, compare una locomotiva: Elisabeth.
"Niente deve essere sembrato uguale a prima quando arrivò la velocità. Quella macchina non produceva forza, ma qualcosa di concettualmente ancora sfumato, qualcosa che non c'era: velocità"
Elisabeth - la locomotiva - e Quinnipack - il paese - sono i perni attorno ai quali scorrono tutti gli altri personaggi del romanzo, e sono tanti, che attraverso le loro storie d'amore e di sogni di gloria, comporranno l'intero intreccio narrativo. E' infatti tanto impossibile descrivere la trama di questo romanzo, quanto semplice parlare dei suoi personaggi, surreali ed onirici, ma tutti accomunati dalla voglia di dar vita ai loro desideri.
"I desideri sono la cosa più importante che abbiamo e non si può prenderli in giro più di tanto. Così,  alle volte, vale la pena di non dormire pur di star dietro a un proprio desiderio"
Ecco, Quinnipack è la città dove scorre prepotentemente il flusso dei desideri, è la città dove ad esempio il Signor Rail, grandissimo sognatore, investirà il proprio denaro e tutta la sua vita nel sogno di far correre Elisabeth alla fantastica velocità di 50 chilometri orari.

E poi c'è Pekish, il musicista, che crea uno strumento tutto suo, l'umanofono, una sorta di organo che al posto delle canne ha le persone.

C'è Hector Horean, l'architetto megalomane, il cui destino si unirà inesorabilmente a quello del Signor Rail, che vuole costruire un immenso palazzo di vetro: il Crystal Palace.

C'è la Vedova Abegg, che desidera soltanto diventare moglie e madre, e lo farà. pur senza avere mai nè un marito, nè un figlio.

E sopra a tutti c'è Jun Rail, la Jun che al pari di Penelope, aspetta che il suo Signor Rail torni dai suoi viaggi...

"Un giorno Dio disegnò la bocca di Jun Rail. E' lì che gli venne quell' idea stramba del peccato."
Nessuno sa quale sia il desiderio di Jun Rail, ma lei ed il suo desiderio inespresso, daranno vita ad un finale inatteso.
"Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde."
Ho conosciuto Baricco anni fa attraverso la lettura di Novecento, magnifico romanzo che però, non ha niente a che vedere con le opere e lo stile di scrittura dell' autore.
La scrittura di Baricco, infatti, è molto particolare, piena di ripetizioni di parole, frasi ed in alcuni tratti, anche di concetti e di conseguenza la lettura diventa difficoltosa, soprattutto se i momenti dedicati ad essa sono quelli serali.
Ma ogni ripetizione è uno stimolo ad andare avanti, se non altro per riprendere il filo di una storia che non è lineare, ma è giocata su più piani. 
Bel libro, davvero. 


Buona lettura!


{Castelli di rabbia, Alessandro Baricco, Feltrinelli, 222 pagine }

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