lunedì 9 ottobre 2017

Recensione: Lettera d'amore e d'addio di Ugo Riccarelli

Non ho mai amato molto i racconti.

Ciò che amo di più nella lettura è l'empatia, il legame o, diversamente, il rifiuto e l'indifferenza che si crea con i personaggi e con la storia. La dimensione dei racconti - anche se confesso che ne ho letti proprio pochi, e forse di quelli che non rientrano tra i migliori -  e la loro brevità, non mi hanno mai permesso di stabilire un vero legame, una sintonia. Ergo, li ho decisamente snobbati.

Poi un giorno, curiosando tra gli scaffali di narrativa contemporanea in libreria, ho trovato questa chicca.
Era lì, appoggiato di sbieco: l'immagine di un funambolo che indossa degli improbabili mocassini neri mentre si destreggia sulla fune, osservato dal pubblico sotto di lui. E' stato come si mi avesse chiamato direttamente dallo scaffale. Attratta dalla quarta di copertina che colpisce per i nomi dei protagonisti dei racconti l'ho acquistato, senza troppi indugi.

L'ho letto senza fretta, assaporando ogni pagina, ogni racconto, quasi centellinandolo e più avanzavo nella lettura più mi sono dovuta ricredere; racconti sì brevi, ma intensi, ricchi di significato e certamente emozionanti. Tra i più belli cito In merito alla morte di W.A.Mozart il quale in punto di morte piange lacrime di note; Uaitenbluscius (che sembra un titolo illeggibile ma risulta più semplice se scritto White and Blue Shoes) racconto molto malinconico di solitudine e perdita che ha per protagonista Theolonius Monk; L'angelo di Coppi che vede il grande corridore misurarsi con qualcuno più bravo di lui. E infine il mio preferito: Culla il mio bambino, una storia di miseria e di solitudine, di violenza e di incesto. Un racconto che mi ha spezzato il cuore ma che alla fine si tinge di miracolo e ridona la speranza.

E insomma, confesso che mi è piaciuto. Così tanto che non l'ho ancora riposto nella libreria. E' ancora sul mio comodino perchè è bello rileggere quelle due, tre paginette ogni tanto, cogliere di nuovo la poesia e, a tratti la malinconia. Segno inequivocabile del fatto che è un libro da cui non mi sono ancora staccata.

Spero che come me lo leggiate anche voi. Di certo non ve ne pentirete.

Buona lettura!

{Lettera d'amore e d'addio, Ugo Riccarelli, Mondadori, Pagine 231}


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