giovedì 27 ottobre 2016

Recensione di: Cecità di Josè Saramago - Senza più dignità

Di Saramago non avevo mai letto nulla.

Cecità è stato un acquisto impulsivo dettato dalla curiosità di leggere un'opera premiata con il Nobel ma ben consapevole della consistenza dell'argomento trattato. Ho dovuto aspettare il momento giusto per affrontare questa lettura ed il periodo a cavallo tra le vacanze estive e la ripresa mi è sembrato più giusto di altri. 

Così ho affrontato una lettura abbastanza faticosa che mi ha rallentato molto, specie nelle ore serali quando non c'è freschezza e la capacità di concentrazione è meno presente.
La difficoltà della lettura è dovuta all'uso poco ortodosso della punteggiatura; i periodi sono lunghissimi e possono arrivare anche a più di una pagina, interrotti solamente da qualche virgola qua e là. C'è una totale mancanza di discorsi diretti in quanto i dialoghi tra i protagonisti sono delimitati soltanto da due virgole e last but not least i personaggi non hanno nomi propri ma vengono identificati attraverso generiche descrizioni come ad esempio "la moglie del medico, il primo cieco, il ragazzino strabico...

Fin qui lo stile, davvero anticonvenzionale.

Quanto al contenuto ed alla tematica trattata, devo dire che è chiaro sin dalle prime pagine che l'egoismo, l'indifferenza, la violenza e la sopraffazione sono gli elementi chiave dell'intera struttura narrativa.

Il romanzo è ambientato in una città immaginaria ed in un tempo indefinito. Un uomo fermo ad un semaforo, identificato poi come il primo cieco, improvvisamente perde la vista. L'uomo che gli offre aiuto riportandolo a casa, altri non è che un ladro che coglie immediatamente l'occasione di rubare l'auto al cieco ma che accusa poco dopo lo stesso disturbo alla vista del primo cieco. Da lì in poi, il contagio virale di cecità  riguarderà le persone a diretto contatto con i due uomini prima e l'intera popolazione poi. I contagiati vengono reclusi in un ex manicomio all'interno del quale scoppia una lotta sanguinaria tra due fazioni che si vengono a creare - i buoni ed i malvagi - per la suddivisione delle razioni di cibo.

L'unica fortunata esclusa da questa strana forma di contagio è la moglie del medico a cui il primo cieco si rivolge. Per un motivo imprecisato è l'unica persona che conserva intatta la vista ma che accetta essa stessa la reclusione nel manicomio al fine di assistere e dare aiuto al marito ed agli altri internati.

L'aiuto fornito dalla donna sarà fondamentale alla sopravvivenza all'interno del manicomio e fuori, quando finalmente riusciranno a fuggire.

In questo romanzo l'improvvisa menomazione fa emergere in entrambi i gruppi l'istinto animalesco di sopravvivenza, l'egoismo e la violenza degli uomini pronti a schiacciare chiunque pur di garantirsi l'appagamento dei bisogni primari, individuati principalmente in cibo e sesso.
L'uomo diventa bestia e perde ogni dignità quando è costretto a vivere nei propri escrementi, sopraffatto dai propri istinti sessuali consumati in mezzo al fetore ed ai cadaveri dei compagni che poco a poco si arrendono alla morte, Una visione che dà il voltastomaco, non c'è che dire. L'unica nota di positività è costituita dalla bontà d'animo di una donna che si rimbocca le maniche e che offre il proprio incondizionato aiuto alla comunità

E' stata una lettura angosciosa ed opprimente, quasi claustrofobia che in alcuni momenti ho dovuto accantonare e da cui sono uscita segnata perchè non lascia indifferenti: ti costringe a chiederti quale sarebbe il tuo comportamento se tu stessa e la tua famiglia si trovasse in quelle condizioni. Non è facile darsi una risposta. Provateci anche voi. 

Quest'opera è senza dubbio l'espressione del pensiero di un uomo che attraverso la metafora della cecità vuol farci "vedere" le conseguenze dei principali peccati dell'umanità, malata di egocentrismo e priva di qualsiasi slancio di solidarietà. Perchè per dirla con le parole della moglie del medico "Secondo me lo siamo ciechi, che pur vedendo, non vedono".

Una lettura indubbiamente non facile né piacevole, diciamocelo, ma da affrontare per le tematiche e i quesiti che pone. 

Buona Lettura!

{Cecità, Josè Saramago, Edizione Feltrinelli, Pagine 228}






4 commenti:

  1. Ciao:) Sembra un libro molto interessante, anche se decisamente dallo stile non convenzionale! Io è da un po' che mi aggiro attorno a Saramago e, anche se la prima parte della tua recensione mi ha un po' spaventata, la seconda mi ha molto incuriosito, quindi credo che inizierò proprio con Cecità.

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    1. Ciao Virginia.
      Non preoccuparti più di quel tanto dello stile, perche' anche se piuttosto particolare se ne fa presto l'abitudine. Quello che segna è invece la durezza delle descrizioni ed i comportamenti dei personaggi. Grazie per aver letto il post. Buona serata e buone letture

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  2. Ciao Daniela! Ti ringrazio davvero tanto per la visita 😊 Ho pensato di ricambiare immediatamente 😉 Questo romanzo l'ho letto anch'io, qualche anno fa, ma ricordo lo trovai eccessivamente pesante. Forse in futuro, se lo rileggeró, lo vedrò sotto una nuova luce 😊

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