venerdì 23 settembre 2016

Recensione di: Chesil Beach di Ian McEwan - La paura della prima notte di nozze


Il senso del libro è tutto nell'incipit, breve ed essenziale, ma chiarissimo:

"Erano giovani, freschi di studi, e tutti e due ancora vergini in quella loro prima notte di nozze, nonchè figli di un tempo in cui affrontare a voce problemi sessuali risultava semplicemente impossibile"
Una giovane coppia di sposi inglese, la sera del loro matrimonio, siede a tavola in una piccola suite di una locanda in stile georgiano a Chesil Beach, nel Dorset.

Il luogo è romantico e suggestivo: dalla terrazza si scorge la Manica e la sconfinata distesa di ciotoli di Chesil Beach. Alle spalle degli sposi si intravvede un letto a baldacchino, luogo agognato e allo stesso tempo temuto, per motivi diversi, da entrambi gli sposi.

Lui è Edward, giovane ragazzo di provincia brillante ed educato di umili origini.
Lei è Florence, una ragazza di buona famiglia molto seria e composta. Ciò che è fondamentale in questa storia è il contesto storico: siamo nel 1962 in una Inghilterra ancora molto moralista e puritana e la prima notte di nozze è, per convenzione, una sorta di rito di passaggio tra la repressione del desiderio e la liberazione del divieto che passa attraverso la porta del matrimonio.

Così accade che gli sposi, come sarà capitato a molte coppie di quegli anni, arrivano con sentimenti diversi e contrastanti a quel battesimo di fuoco.

Edward, per esempio, è molto innamorato di Florence, la desidera fisicamente in modo molto passionale, ma conosce Florence e soprattutto conosce la sua reticenza a lasciarsi andare. Gli anni di fidanzamento trascorsi inseme gli hanno insegnato che con Florence ogni contatto, ogni carezza o bacio va ponderato e limitato.
Una sola mossa sbagliata nei suoi confronti può  rovinare tutto e riportare indietro il loro rapporto di settimane.

Come è ovvio quindi Edward arriva a quell'appuntamento con la trepidazione e l'urgenza del desiderio che d'altro canto lo limitano e lo rendono insicuro. Egli sa bene che le emozioni così a lungo soffocate possono compromettere la prestazione.

Florence al contrario non è una donna sensuale e non conoscendo nulla del sesso, prova un terrore viscerale al pensiero di doversi concedere; lungi dal costituire il coronamento di una gioia, il sesso con Edward è anzi il prezzo da pagare per ottenerla.
All'iniziale senso di colpa che ella prova nei confronti di Edward, di cui comunque è innamorata, subentra presto la ripugnanza e la repulsione per quello che a fine cena non avrebbe più potuto prorastinare.
"Non era certo l'agnello disposto, senza un lamento, a farsi sgozzare nè penetrare. Aveva l'obbligo di domandare a se stessa checosa voleva esattamente dal suo matrimonio e di dirlo poi a chiare lettere a Edward, per negoziare con lui una sorta di compromesso"
Data la diversità e l'inconciliabilità delle posizioni, il contatto tra i due corpi diventa il momento in cui viene scoperchiato il vaso di Pandora.

Da questo tipo di situazione si esce soltanto se l'amore di una delle due persone è immenso e incondizionato, perchè l'accettazione della richiesta di uno significa inevitabilmente la mortificazione e l'annullamento dell'altro. E questo può dirsi vero amore? E' davvero possibile portare avanti un matrimonio sapendo che la scelta di uno dei due comporta l'infelicità dell'altro? 

E' questa la domanda a cui ci mette di fronte l'autore e su cui ci chiede di riflettere.

In questo piccolo capolavoro l'autore compie un grande lavoro di analisi delle emozioni dei personaggi e lo fa prendendo in esame i pensieri ed i turbamenti che avvengono nell'arco di due sole ore. La precisione con cui descrive gli stati d'animo è davvero impressionante.
Data la brevità del romanzo, la lettura scorre veloce e in un attimo ti ritrovi alla fine. Personalmente, mi ha lasciato un vago senso di malinconia che ho faticato a smaltire, chiaro segno del fatto che la scrittura ha trasmesso magnificamente le emozioni.

Assolutamente da leggere.

Buona Lettura!

{Chesil Beach, Ian McEwan, Edizioni Einaudi, Pagine 136}







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