Ho visto esposto questo romanzo per settimane sullo scaffale
accanto alla cassa dell’autogrill dove di solito faccio rifornimento di
carburante, quando è uscito qualche anno fa.
Non mi sono mai decisa a comprarlo. Sarà stata la copertina
urlante di colori ma poco accattivante, sarà stato il pensiero che, se hai
scritto il romanzo perfetto, difficilmente ti potrà convincere un autore che sperimenta altri generi…Non lo so cos'è stato. Non l’ho mai preso.
Poi, quando ormai avevo smesso di chiedermi se mi sarebbe
piaciuto o no, l’ho fatto. Preso.
Le primissime pagine scorrono via velocemente perché presentano
l’antefatto: la morte di Barry Fairbrother, consigliere cittadino che, la sera
del suo anniversario di matrimonio, mentre si sta recando al club per
festeggiare, cade a terra stroncato da un aneurisma cerebrale. Lascia moglie,
figli e naturalmente il seggio di consigliere vacante.
Questa fluidità però va scemando nelle successive cinquanta,
sessanta pagine perché vengono presentati tutti i personaggi di Pagford, una
cittadina nella campagna inglese, fatta di casette eleganti e di praticelli ordinati
e verdi. E non sono pochi. Questa presentazione risulterà però tanto noiosa
quanto indispensabile.
Si conosceranno Howard Mollison, salumiere e capo
consigliere e di sua moglie Shirley, individui tanto cinici e conformisti,
quanto bramosi di potere che metteranno gli occhi sul seggio vacante ed
obbligheranno il debole e sottomesso figlio Miles a candidarsi.
Si farà la conoscenza di Simon Price, anch’esso candidato
alla poltrona, violento e frustrato che scarica le sue insoddisfazioni sulla
moglie Ruth ed i figli.
Si conoscerà Stuart “Ciccio” Wall , arrogante e ribelle
figlio adottivo di Colin, moralista ma leale amico di Barry e Tessa.
Questi, accanto ad altri personaggi quali il medico, l’assistente
sociale, la tossicodipendente, l’avvocato e soci in affari, daranno vita ad una
campagna elettorale molto combattuta; ed il vero oggetto dell’intera campagna sarà schierarsi a favore o contro la chiusura del centro di
tossicodipendenza del quartiere dei Fields, zona ai confini di Pagford, abitata perlopiù da emarginati e tossicodipendenti.
Una volta chiarita la genealogia, i legami sentimentali ed i
ruoli di ciascun personaggio, allora diventa chiara anche tutta la struttura
del romanzo.
E da lì in poi, ti rendi conto che persone abiette o
irreprensibili, sentimentali o calcolatori come quelle che trovi a Pagford,
potrebbero essere tranquillamente quelle che tu saluti in ascensore o al bar, perché
tutte incarnano caratteristiche e sentimenti comuni in tutti i luoghi.
Ho trovato la lettura, come ho detto, lenta all’inizio ma
coinvolgente e commovente alla fine. Nel complesso mi è piaciuto e pur non annoverando questo tra i miei
libri preferiti, mi ha dato l’opportunità di fermarmi a riflettere sulle caratteristiche
dell’animo umano. E se un libro ti fa riflettere, è sempre un buon libro.
BUONA LETTURA!
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