domenica 21 maggio 2017

Recensione: " La locanda dell'ultima solitudine" di Alessandro Barbaglia

Avete presente il raziocinio? Il pragmatismo, la logica, il senno?

Ecco. Se deciderete di approcciarvi a questo romanzo, appoggiateli sul comodino. Proprio lì, vicino all'abat-jour ed al telefono. 

Perché quello che l'autore dipinge in questo romanzo è un mondo popolato da personaggi che del pragmatismo non conoscono nemmeno il significato.
Perché quello che leggerete ha ben poco a che vedere con la concretezza della quotidianità o dell'avere i piedi per terra.

Libero, ad esempio. Libero è un uomo che sa aspettare. Aspetta da una vita la sua Lei. Sa che arriverà e la riconoscerà immediatamente perché avrà le labbra color Nebbiolo. Ha un cane Libero, che vive con lui nella sua casa tutta blu; pareti blu, libreria blu, tavolo blu. Si chiama Vieniquì e ogni tanto sparisce proprio come il cane nero delle favole che il padre di Viola le raccontava quando era una bambina. Erano belle quelle favole e Viola adorava suo padre e proprio non capisce perché all'improvviso se ne sia andato, lasciandola sola a Bisogno, alla Casa del Petalo, insieme alla madre Margherita, che accorda i fiori. 

Libero e Viola si stanno cercando, anche se ancora non lo sanno. 

E poi c'è la Locanda dell'Ultima Solitudine, costruita con il legno di una nave mancata, dove si servono piatti di patate che assumono il sapore di ciò che l'ospite desidera. Ha un solo tavolo, la Locanda. Un tavolo per due persone. E Libero prenota quel tavolo per un giorno di Luglio da lì a dieci anni, certo di poterci portare la sua Lei. 

E' una dolcissima storia d'amore con una trama così delicata che tu allora che fai ? Ti lasci trasportare dal sogno, ti lasci andare e magari la sogni pure tu una vita fatta di emozioni, di sensazioni così forti da diventare certezze, come quella di Libero. E l'insegnamento che ti porti a casa dopo aver letto un libro come questo è quello di mettere in atto l'arte di aspettare, così poco praticata di questi tempi dove si vive del tutto e subito, qui e ora. Impari che certi sogni, quand'anche folli o impossibili, ti riempiono la vita, anzi nutrono ogni istante della tua vita di quella forza e di quell'intensità che stimola ad andare avanti.

Questo romanzo un pò onirico e sospeso tra reale e immaginario evoca vagamente l'atmosfera che si respira in Oceano Mare di Alessandro Baricco, romanzo che ho amato alla follia così come ho amato questo di Alessandro Barbaglia. 

La Locanda dell'Ultima Solitudine è stato candidato come finalista al Premio Bancarella Bancarella del prossimo Luglio. E' un libro delicatissimo e godibilissimo e che ha il pregio stilistico di giocare sull'ironia e sui giochi di parole. 

Un libro capace di emozionare e di ammaliare. Piacevolissimo e consigliatissimo. 

Buona Lettura!

{La Locanda dell'Ultima Solitudine, Alessandro Barbaglia, Mondadori, Pagine 163}




2 commenti:

  1. L'avevo adocchiato questo romanzo, e, come Le nostre anime di notte, ho il sospetto si rivelerà una gran bella lettura ☺

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    1. Voglio leggere anch'io Le nostre anime di notte. Mi sa che dev'essere molto tenero, emozionante.

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